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E Fromm (blood) - Parte I

  • Immagine del redattore: B R A D
    B R A D
  • 19 lug 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

"Inizio ad avere una chiara convinzione etica ed una precisa idea su come dovrebbe configurarsi una cultura che dia benessere umano con questo non intendo dire di avere un piano dettagliato su come la società dovrebbe esattamente essere; sarebbe quasi impossibile. Lo scopo principale della vita dovrebbe naturalmente svilupparsi sul completamento dell'uomo; escludendo vantaggi di ricchezza, terreni ed averi materiali. La vita è il capolavoro del singolo individuo. Bisognerebbe concentrarci su questo. Nel medioevo si era convinti che le finalità della vita e della nascita fossero l'essere umano e la sua stessa vita; oggi dell'uso che se ne fa della propria non ha più grande importanza. Quello che conta è avere successo, conquistare potere prestigio

salire nella scalata sociale. Saper usare le nuove macchine, i telefonini.

Ma in quanto a umanità, le persone si atrofizzano tendendo a regredire anche se è aumentata la possibilità di guadagnare e acculturarsi, con ogni mezzo

dal punto di vista umano, non si migliora certo. Non si impara nulla e non si ottiene alcun risultato

tendiamo ad essere tutti simili:

nei pensieri, nelle azioni

quando in realtà

nel proprio modo di essere noi persone

siamo tutti straordinariamente diverse.

Nel proprio modo di essere ognuno si differenzia dall'altro sotto molteplici aspetti nessuno è una semplice ripetizione di un modello. Siamo unici.

Il punto non è dunque creare norme affinché le persone si assomiglino

bensì quello di affermare la regola che ognuno deve giungere ad una completa fioritura

a sbocciare completamente, alla piena vitalità

e questo del tutto indipendentemente dal tipo di fiore che è."

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